Bagnacavallo: una lapide ricorda le vittime della Vifruma
Bagnacavallo: una lapide ricorda le vittime della Vifruma
L'incidente, in cui persero la vita cinque lavoratori tra i 23 e i 51 anni e molti altri rimasero feriti, avvenne alle 13.50 del 31 luglio 1964 nello stabilimento ortofrutticolo "Vifruma", in via Glorie 191 a Villanova. L'esplosione del frigo attirò l'attenzione di tutto il paese, che accorse sul posto per aiutare i pompieri a estrarre i concittadini dalle macerie. La frazione è ancora oggi profondamente segnata dall'accaduto. Per questo si è deciso di intitolare una strada a quella tragica data, "31 luglio 1964". Ogni anno, poi, le vittime sono ricordate con una messa celebrata in loro memoria.
Nel 2004, in occasione del 40° anniversario, sono stati realizzati inoltre un libro dal titolo Frutto della fatica, a cura di Daniele Morelli e Gian Luigi Melandri, e un omonimo video, diretto da Fausto Pullano.
La scelta di apporre la lapide in ricordo delle vittime di quella tragedia sul lavoro, già presa dal Consiglio di Frazione di Villanova alcuni anni fa, è stata portata a compimento dall'attuale Consiglio di Zona. Va sottolineata anche la collaborazione di associazioni e privati cittadini, oltre all'appoggio del Comune di Bagnacavallo.
Lo scoprimento della lapide è avvenuto il 31 luglio scorso, quaranteseiesimo anniversario dell'esplosione del frigo della Vifruma. Alla cerimonia hanno partecipato, accanto ai familiari delle vittime e a molti cittadini, l'assessore Angela Rossetti, che ha portato la sua testimonianza di giovane lavoratrice coinvolta direttamente nella tragedia, e Roberto Riverso, magistrato del Lavoro presso il Tribunale di Ravenna, che ha ricordato le avanzate norme in difesa dei diritti dei lavoratori e della loro sicurezza esistenti in Italia (in particolare nella Costituzione e nello Statuto dei Lavoratori) e al contempo la loro troppo infrequente applicazione. Sono poi intervenuti l'ex presidente del Consiglio di Frazione, Rosalia Fantoni, e il presidente dell'attuale Consiglio di Zona, Gian Luigi Melandri.