Bufera sul fratello del governatore Vasco Errani, il Pdl chiede le dimissioni
Bufera sul fratello del governatore Vasco Errani, il Pdl chiede le dimissioni
RAVENNA - Giovanni Errani, fratello del presidente della Regione Vasco Errani, è stato iscritto nel registro degli indagati per l´inchiesta legata ad un finanziamento da un milione erogato da via Aldo Moro alla cooperativa agricola Terremerse di Bagnacavallo, nel ravennate, da lui presieduta fino al febbraio del 2010. Nei suoi confronti il pubblico ministero della Procura di Bologna, Antonella Scandellari, ha ipotizzato il reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico.
Fu il quotidiano "Il Giornale", circa un anno fa, a ipotizzare abusi e irregolarità. Due giorni dopo la pubblicazione delle accuse, Vasco Errani, che era al suo secondo mandato in viale Aldo Moro, contattò la procura e fu lui nei giorni successivi a recarsi dai magistrati bolognesi per dimostrare la regolarità della procedura adottata dalla Regione. Posizione poi ribadita in aula davanti ai consiglieri regionali.
Alessandro Alberani, segretario generale della Cisl di Bologna, chiede che sia fatta chiarezza sulla vicenda. "Credo che bisogna stare attenti a fare polemiche - ha affermato il sindacalista - senza avere tutti gli elementi per giudicare. Io ho molta stima del presidente Errani e questa vicenda deve trovare chiarezza, ma mi sembra non ci siano elementi tali per coinvolgere il suo ottimo governo". Ad ogni modo, ha concluso Alberani, "le indagini devono andare avanti".
"Il presidente della Regione, Vasco Errani, alla luce degli sviluppi dell'inchiesta, dovrebbe dimettersi per aver impedito di far chiarezza. Anche se francamente piu' che ad un governatore assomiglia ad uno
zar-bolscevico, ovvero ad una contraddizione in termini", ha tuonato il vice coordinatore vicario provinciale del Pdl di Ravenna, e consigliere comunale An-Pdl, Gianluca Palazzetti.
Venendo al merito dell'inchiesta lo stesso Palazzetti, ha fatto notare che "guardando nel sito del sindaco di Imola, Daniele Manca, si puo' agevolmente verificare (a sostegno delle tesi accusatorie) come l'inaugurazione dello stabilimento enologico sia avvenuta nel settembre del 2009 e non nel 2006, come sostenuto nell'autocertificazione a firma Giovanni Errani". Il riferimento e' all'inaugurazione della cantina che la cooperativa Terremerse ha realizzato a Imola, in via Bicocca, grazie al finanziamento erogato dalla Regione nel 2006.
Nell'inchiesta, la cronologia e' fondamentale: secondo un'autodichiarazione firmata da Giovanni Errani, i lavori di realizzazione della cantina erano gia' "completamente ultimati" il 31 maggio 2006 (scadenza ultima per ottenere il finanziamento regionale). E il 28 gennaio 2008, la cooperativa aveva dichiarato alla Regione che lo stabilimento imolese era produttivo. Secondo l'accusa, nel 2006 i lavori non erano stati finiti. Palazzetti aggiunge un elemento a sostegno di questa tesi: l'inaugurazione della cantina imolese e' avvenuta soltanto il 13 settembre 2009.
Lo dimostra un comunicato pubblicato sul sito personale del sindaco di Imola in cui si legge che "al momento gli impianti enologici sono completati, resta pero' da realizzare la palazzina degli uffici, che sicuramente si fara', anche perche' la cantina dei Colli Romagnoli e' associata a Cevico, consorzio lughese che funge anche da braccio commerciale". Si tratta di una casa vinicola che "puo' lavorare 150 mila quintali di uva e sara' specializzato soprattutto sulle uve di qualita', per produrre vino biologico e pignoletti".
Il 13 settembre 2009, all'inaugurazione, come testimonia la foto allegata allo stesso comunicato, c'erano anche lo stesso sindaco di Imola, la presidente della provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, e il vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli.