'Caso Buffadini', il sindaco: "Non sono un massone, pronto a firmare la dichiarazione"
'Caso Buffadini', il sindaco: "Non sono un massone, pronto a firmare la dichiarazione"
FORLI' - "Mi aspettavo una reazione come questa, ma rimango delle mie idee, sapevo che poteva capitare di pagarne un caro prezzo politico": è il commento che arriva a caldo dal sindaco Roberto Balzani, dopo il duro attacco sferrato da Lodovico Buffadini. "Il partito si dovrà occupare di un suo supposto esponente che fa una conferenza stampa contro il sindaco, e valutarne la compatibilità con la presenza nel partito", è la constatazione di Balzani.
Poi passa a rispondere nel merito e, anzi sulle accuse di massoneria, si dichiara "pronto a firmare le dichiarazioni che il Buffadini inquisitore vuole". Parte dal caso che ha fatto da detonatore, Balzani: la nomina del vertice di Acer di ieri pomeriggio. Spiega Balzani: "Non è un concorso pubblico, tutti i 25 candidati erano persone valide e Buffadini è una persona rispettabilissima, ma poi ci sono riflessioni sull'opportunità e si può fare un'altra scelta diversa e del tutto legittima". Per altro, precisa Balzani, "il Comune di Forlì ha solo il 24% in Acer e non impone niente: il voto avviene in assemblea e devono essere scelto condivise".
A imporlo, sempre Balzani, "è lo statuto di Acer che prevede un quorum e maggioranze dei Comuni soci", per cui "il membro del consiglio di amministrazione lo decide l'assemblea e, anzi, può cambiare anche in corso di assemblea, fino al voto". Insomma, il sindaco si dice tranquillo per un'eventuale inchiesta della Procura, dopo l'esposto dell'ex assessore: "Non vedo profili di irregolarità".
Ma è l'accusa di appartenere alla massoneria quella che forse va più dritta al cuore del primo cittadino. E su questo Balzani spiega: "Non sono iscritto alla massoneria, come non lo erano mio padre e mio nonno". E non ci sta alla 'caccia alle streghe' dentro al partito, con Buffadini che chiede una dichiarazione formale, per gli iscritti, di non appartenere a tali sodalizi. Dice il sindaco: "La mia posizione è chiara: quando una persona si iscrive al partito deve rendere note tutte le associazioni a cui è iscritto, dalla massoneria al 'circolo di Topolino', poi se si scopre che non l'ha dichiarato deve essere espulso, ma l'adesione in quanto tale non deve essere incompatibile con la presenza nel partito". Insomma, un principio di pubblicità.
Balzani, tuttavia, non rifugge dalla provocazione: "Se devo sottoscrivere un documento che serva ad affermare quanto ho detto non ho problemi a fare una dichiarazione, fermo restando che non è un documento legale nel Pd e che lo ritengo sbagliato". Nell'elenco delle 19 partecipazioni a convegni del Grande Oriente d'Italia, infine, Balzani nega che ce ne siano state di recenti. "Sono stati tutti convegni con tantissime persone, anche sacerdoti, di riflessione sui temi risorgimentali e della cultura laica". Buffadini, in conferenza stampa, aveva sottolineato la presenza ad un convegno nell'ottobre 2009, quando Balzani era già sindaco.
"Si tratta di un convegno a Bologna sul Tricolore, in un'aula universitaria, alla presenza dell'allora sindaco Flavio Del Bono", torna indietro con la memoria. Tra i presenti c'erano anche l'allora vice-presidente del consiglio regionale Paolo Zanca e il presidente della Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco. "In ogni caso nessuno ha dato a Buffadini il compito dell'inquisitore", stoppa Balzani. Infine la richiesta di rimpasto in giunta: "Non mi pare che Buffadini sia in Consiglio comunale, non so a quale titotlo possa avanzare queste richieste". Ed infine, "di queste cose se ne deve occupare il partito".