Cesena, Renzi riempe il "Verdi": "Basta fare panchina, la politica ha bisogno di nuovi giocatori
Cesena, Renzi riempe il "Verdi": "Basta fare panchina, la politica ha bisogno di nuovi giocatori
CESENA - Domenica tutta cesenate per il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Prima allo stadio "Manuzzi" a tifare Fiorentina, impegnata proprio contro il Cesena (la partita è finita 2 a 2), e poi al teatro Verdi, in via Sostegni, per presentare il suo libro "Fuori!", edito da Rizzoli. Che Renzi, già etichettato come il "rottamatore" dei politici di lungo corso, fosse anche un gran comunicatore, era notorio. Ieri pomeriggio, il sindaco fiorentino ha dimostrato dal vivo tutto il bene che si sente dire sul suo modo di intendere la politica.
Intanto il suo approccio con gli almeno 200 "supporter" (è un termine calcistico) intervenuti al Verdi: Renzi si è espresso teatralmente, sulla base di un copione collaudato, sostenuto anche dal determinante contributo di immagini e dalla colonna sonora dei Muse "Resistence". Dopo la breve presentazione del consigliere regionale del Pd Damiano Zoffoli, l'organizzatore della kermesse renziana in terra cesenate, il sindaco gigliato si è letteralmente impadronito della scena, catturando l'attenzione dei presenti in una sorta di comizio all'americana.
Il libro "Fuori!" è un compendio del Renzi-pensiero, in grado di illustrare "i sogni, le idee, le speranze di una nuova generazione". "Penso - è il suo esordio - che la politica sia una cosa buona. Mi spiego: tutti coloro che si sentono di spendere qualcosa per gli altri e per la collettività, devono essere messi in condizione di farlo". L'Italia è un paese stupendo e unico nel suo genere, ma anche insolito e autolesionistico: uomini che sono in politica da 30 anni non pensano minimamente a ritirarsi. "Sempre usando una perifrasi calcistica, da noi un'intera generazione è costretta alla panchina, mentre in campo continuano a giocarsela i campioni di un tempo".
Sul maxischermo scorrono le immagini del discorso che il senatore americano Bob Kennedy tenne negli Usa il 18 marzo 1968, poco prima di essere ammazzato. Renzi è chiaro: "Occorre costruire nuovi modelli interpretativi delle società e delle economie nazionali che non sia il solito Pil". Lo stesso Bob Kennedy era stato chiaro: "Il Prodotto Interno Lordo misura tutto, eccetto ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta". Renzi lancia anche una serie di immagini di raffronto con i paesi occidentali, che la dicono lunga sul mancato rinnovamento della scena politica italiana. Prendiamo tre anni precisi, 1994, 2001 e 2009. Negli Usa, in Inghilterra, in Francia e in Germania al potere si sono succeduti volti e partiti nuovi. In Italia, a reggere le redini del Governo troviamo sempre Silvio Berlusconi.
"Attenti, che se il Cavaliere è ancora lì, la colpa è anche della Sinistra che non riesce proprio a proporre qualcosa di nuovo. Se nel 1994 - continua Renzi - all'interno del Centrosinistra fu una questione fra Veltroni e D'Alema, tanto nel 2001 quanto nel 2009 è stata una disputa fra l'uomo di Veltroni e quello di D'Alema". Il sogno di Renzi è riuscire a rompere l'antipolitica, la concezione ormai stratificata negli italiani di tutte le età che "i politici sono quelli che rubano". Non solo in Italia si è persa fiducia nella politica, ma si è alzata bandiera bianca all'idea di non aspettarsi niente di meglio da chi ci governa. Chi sono quelli che, secondo "il rottamatore", dovrebbero accomodarsi fuori? "Tutti, a cominciare dal mio partito. Ovunque, in tutto il quadro politico che siede nei posti chiave, manca una visione d'insieme ".
Renzi cavalca il sogno dei trentenni come lui che riescono a giocarsela in politica. L'ultimo mito renziano a comparire sul grande schermo è Barack Obama, il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti, l'evidenza "che se un paese dialoga e si confronta sulle idee, i muri dell'antipolitica possono cadere". Nel video, Obama interviene a Tucson, in Arizona, per ricordare le vittime della strage dell'8 gennaio scorso, fra cui Cristina, di appena 10 anni. Come il presidente americano, Renzi si sente in dovere di riproporre l'idea della bellezza della democrazia. "La politica deve essere quella cosa che serve per mantenere vive le aspettative dei bambini, quelli che incontro tutti i martedì nelle scuole della mia città. Adesso tocca a noi - conclude - ridare fiato al Pd, ma soprattutto ridare slancio all'Italia". Basta coi ristagni e la mediocrità di certa politica: dimezziamo i parlamentari e le loro indennità, no ai vitalizi politici. Insomma, per farla breve e ritornare al suo libro: "Tutti fuori!".
Piero Ghetti