Divani cinesi, il sindaco di Bertinoro: "La nostra battaglia continua"
Divani cinesi, il sindaco di Bertinoro: "La nostra battaglia continua"
FORLI' - Chiusa la vicenda processuale delle due artigiane del mobile imbottito che hanno aperto il caso della concorrenza sleale cinese nel settore del mobile, con l'accordo a garantire loro commesse per otto anni in cambio del ritiro dell'accusa più grave, la turbata libertà dell'industria, non si chiude l'interesse delle istituzioni a reprimere il fenomeno. Lo garantisce Nevio Zaccarelli, il sindaco "pasionario" di Bertinoro ormai paladino della legalità tra le poltrone e i sofà.
Spiega Zaccarelli: "Dobbiamo avviare una riflessione su cosa è accaduto a Prato e dove si è diffusa la concorrenza cinese. Dobbiamo capire per vedere come governare il fenomeno, perché non si deve abbassare la guardia o ritenere che il problema sia risolto. E' come credere che si sia estirpata la mafia solo perché si è catturato un boss". La parola 'mafia' non cade a caso: Zaccarelli l'ha prospettata, la "mafia cinese", nel servizio di Report andato in onda su RaiTre domenica.
"Non possiamo credere che quanto sia accaduto a Prato non abbia una regia, poi si può chiamarla mafia o in altri modi", spiega Zaccarelli. Che per supportare il ragionamento nello stesso servizio di Report cita un episodio di cronaca mai venuto alla ribalta della cronaca: il pestaggio di una giovane cinese. Lo approfondisce ora Zaccarelli: "Capitò nel 2006, poco prima che diventassi sindaco. Una giovane cinese picchiata a sangue si rifugiò in chiesa. Per un mese l'accudimmo in una casa-famiglia. Le forze dell'ordine seguirono il caso, ma al momento di fare la denuncia la giovane si rifiutò, altrimenti si sarebbero vendicati sulla sua famiglia in Cina".
Non vi fu alcun esito, ma l'episodio, spiega Zaccarelli, è sintomatico del fatto che opererebbe anche la malavita. "Dobbiamo capire il fenomeno e studiare il miglior deterrente. La questione non finisce qui: il problema non lo risolve un sindaco, non lo risolve un prefetto, ma lo si risolve lavorando tutti assieme".