Forlì-Cesena, Federfarma: "L'Ausl non risparmi sulle farmacie"
Forlì-Cesena, Federfarma: "L'Ausl non risparmi sulle farmacie"
Federfarma Forlì-Cesena rilancia. "Le farmacie sembrerebbero la causa maggiore del bilancio 'in rosso' dell'Asl ma non è così - sottolinea il vicepresidente Alberto Lattuneddu - Noi 'pesiamo' sul bilancio totale per il 13% e siamo sempre stati sotto il tetto fissato dallo Stato. La voce più importante è quella ospedaliera. L'Asl punta a risparmiare, valore nobile e doveroso, ma dovrebbe farlo nei punti dove la spesa è fuori controllo. Noi non lo siamo, anche perché siamo continuamente monitorati".
Il presidente Stefano Pianori ha voluto illustrare "chiaramente lo stato in cui versano le farmacie della nostra provincia, in un periodo in cui l'Asl 111 è in forte deficit". Le farmacie si occupano attualmente delle prenotazioni del Cup , "oltre 70 mila nel solo 2010 fatte nelle farmacie", e della distribuzione dei farmaci Dpc (distribuzione per conto). Il servizio offerto dalle 49 farmacie, private e non, è attivo sette giorni su sette, ventiquattr'ore al giorno.
"Questo servizio, completamente gratuito, lo offriamo per venire incontro alle categorie più bisognose - prosegue Lattuneddu - come gli anziani, coloro che non hanno patente di guida o più semplicemente chi ha bisogno di un permesso di lavoro per potersi recare in farmacia. Si può infatti verificare che un abitante di Portico, per acquistare un farmaco, sia costretto a recarsi alla farmacia interna dell'ospedale di Vecchiazzano". Fa eco il presidente: "Non si può andare avanti così, vedere i farmaci distribuiti da personale non adeguato in locali non idonei è un dispiacere".
Si evidenziano poi le difficoltà delle farmacie forlivesi e cesenati. "Senza fare nomi - prosegue il vicepresidente di Federfarma Forlì-Cesena -, c'è una farmacia vicina al fallimento e un'altra che riesce a guadagnare solo mille euro al mese. La cartina al tornasole della situazione è l'aumento debitorio causa mutui e la dilazione nel pagamento dei grossisti. Definisco simpaticamente questa situazione a 'carciofo', ovvero la defoliazione professionale ed economica che ricade sulle spalle del cittadino".