Forlì. è morta la staffetta partigiana Olga Guerra
Forlì. è morta la staffetta partigiana Olga Guerra
FORLI’ – E’ morta Olga Guerra, 83 anni, nota staffetta partigiana, una delle figure più conosciute della Resistenza locale. Guerra si trovava ricoverata all’hospice di Forlimpopoli e lì è spirata. Nata nel Cesenate, collaborò neanche ventenne coi partigiani, la storia la ricorda soprattutto per aver trasportato Luciano Lama, futuro sindacalista della Cgil, da Sarsina a Cesena, per essere curato. La sua figura, presente anche all’ultimo 25 Aprile, è una testimonianza di quel periodo storico.
Si unisce al cordoglio il sindaco Roberto Balzani “La figura di Olga Guerra, protagonista della guerra partigiana e donna tenace, appassionata e civicamente attiva è un simbolo della Forlì risorta dalla ceneri del fascismo e della guerra. La sua lucida memoria, conservata fino all’ultimo intatta e dispensata con generosità alle giovani generazioni, ha rappresentato una risorsa straordinaria per la nostra città. Una risorsa che, anche in occasione del 25 Aprile appena trascorso, Olga Guerra ha, con la consueta e stupefacente energia, regalato ai suoi concittadini nel corso di un pomeriggio straordinario”.
Continua Balzani: “Considero un privilegio aver conosciuto Olga Guerra: grazie ad un’intervista improvvisata e fuori dagli schemi, ho potuto apprezzare l’integrità e la potenza della sua formidabile “macchina del ricordo”, grazie alla quale i mesi intensi della lotta partigiana, i desideri e le paure di una generazione di giovani, sono tornarti vivi e presenti ai forlivesi contemporanei, al di fuori delle letture più tradizionali e paludate”.
Conclude: “A noi, ora, spetta il compito di non disperdere l’eredità di questa memoria, perché la tradizione della città – che è anche tradizione di passione e di lotta per la libertà – resti viva nei cittadini di domani. Unisco tutta la cittadinanza al senso di cordoglio che provo per questa grave perdita: ogni voce che si spegne, di quel passato terribile e straordinario, accresce la nostra responsabilità e i nostri doveri verso la tutela di quel pilastro culturale e politico della Costituzione, che, come ricordava Piero Calamandrei con accenti risorgimentali, si chiama “ora e sempre” Resistenza."