Forlì, inquinamento. Gentilini replica ad Ausl e Arpa: "Come avete fatto a monitorare la diossina?"
Forlì, inquinamento. Gentilini replica ad Ausl e Arpa: "Come avete fatto a monitorare la diossina?"
FORLI' - Patrizia Gentilini, oncologa e referente dei medici dell'Isde che hanno acceso i riflettori sul pericolo diossina attorno all'inceneritore di Hera, torna sulle questione risponendo alle rassicurazioni di Arpa e Ausl. E lo fa ponendo cinque quesiti aggiuntivi ai due organismi di controllo, ricordando che qualche tempo fa l'allora direttore di Arpa ammise che "Arpa non era in grado di effettuare analisi per le diossine". Dunque "cosa è cambiato rispetto ad allora?".
I quesiti che Gentilini e Isde pongono alle istituzioni sono circostanziati. Il primo: "Quanti dei 24 campioni analizzati nel biennio 2009-2011 riguardavano animali allevati all'aprto e alimentati con mangimi di provenienza locale?".
L'altro interrogativo: "Fra questi ultimi, quanti erano allevati entro l'area di 3,5 km di raggio intorno agli inceneritori di Forlì e come erano collocati rispetto alla mappa di dispersione utilizzata nello studio epidemiologico sopra citato?". Il terzo quesito chiede ad Arpa e Ausl se "le 8 analisi effettuate nel 2011 sono esaustive di tutti i controlli eseguiti nel corso di questo anno?".
La quarta domanda chiede lumi sulla collocazione geografica dei rilevamenti. "Visto che si afferma che i prelievi sono stati effettuati fra 3 ed 8 km dagli impianti - chiede Gentilini -, quanti sono e come sono georeferenziati rispetto alla mappa di ricaduta quelli compresi fra i 3 ed i 3,5 km? Anche le nostre uova a 3,8 km, direzione sud-sud est, sono risultate nei limiti di legge".
La quinta domanda, invece, interroga Arpa e Ausl per sepere se "sono stati previsti campioni a distanza più ravvicinata rispetto agli inceneritori e soprattutto collocati nel livello di massima esposizione individuato secondo la mappa di ricaduta utilizzata nello studio di cui sopra?".
L'Isde richiama poi il Servizio Sanitario Nazionale, che ha fra le proprie finalità, come risulta dall'art.2 della sua legge istitutiva:"... la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro; ....la promozione e la salvaguardia della salubrità e dell'igiene dell'ambiente naturale di vita e di lavoro".
Alla luce di questo, fanno notare i medici dell'Isde, "la ‘sorveglianza della salute' rappresenta solo una parte del mandato istituzionale dell' AUSL e dovrebbe essere esercitata nell'ottica della prevenzione delle malattie, in primo luogo con la Prevenzione Primaria, ovvero con la riduzione dell'esposizione delle persone agli agenti nocivi, specie se provenienti da attività concretamente evitabili come l'incenerimento dei rifiuti".
L'auspicio di Patrizia Gentilni e dei medici dell'Isde è che "dalle indicazioni emerse anche grazie alle nostre indagini, prenda avvio un approfondimento ancora più puntuale circa la presenza di contaminanti nelle matrici biologiche, incluso il latte materno - indicatore ideale dell' inquinamento - e degli effetti che tutto questo comporta sulla salute in particolare dell'infanzia".
"Riteniamo indifferibile l'esigenza di passare dalla parole ai fatti - chiude Gentilini - riducendo l'esposizione della nostra popolazione ad inquinanti pericolosi e persistenti, provenienti da impianti del tutto superflui come gli inceneritori".