Forlì, la direttrice Ausl conferma: "Case della salute per tenere bassa la spesa sanitaria"
Forlì, la direttrice Ausl conferma: "Case della salute per tenere bassa la spesa sanitaria"
FORLI' - Procede secondo la tabella di marcia il piano di risanamento dei conti dell'Ausl di Forlì: nel corso del 2010, infatti, si è verificata una riduzione dei costi di 4,4 milioni di euro per la sanità forlivese, anche se restano 20 milioni di euro di deficit strutturale annuo. E' il dato che emerge alla presentazione, martedì sera, davanti alle commissioni riunite del Comune di Forlì e della Provincia di Forlì-Cesena, del Pal 2011-2013, il piano sanitario locale.
A presentare i dati è stata la direttrice dell'Ausl Licia Petropulacos, che ha anche evidenziato l'effetto dei tagli: "Nel 2011 la spesa dell'Ausl di Forlì potrà crescere dello 0,5% e non del 2% come previsto, perché per effetto dei tagli è venuta meno una quota parte di cento milioni di euro che normalmente la Regione metteva in aggiunta in ragione della maggiore qualità dei servizi dell'Emilia-Romagna". Che ruolo ha avuto la Regione nel processo di risanamento dei conti? Petropulacos fa parlare i dati: "Dal fondo straordinario per l'equilibrio della spesa sanitaria Forlì incassa nel 2011 25,2 milioni di euro, vale a dire 135 euro pro-capite". Per il ripiano dei conti 2010 sono arrivati 23,5 milioni di euro.
Petropulacos ha tinteggiato un quadro per il futuro, caratterizzato da una crescita della popolazione anziana, un aumento delle malattie croniche, delle disabilità lievi che durano per tutta la vita, il calo dei medici e il deficit di infermieri. Bisogna quindi proiettarsi verso questo quadro per ottenere "la sostenibilità economica del sistema". L'Ausl di Forlì, nonostante i tagli, continua ad avere costi pro-capite superiori alla media nazionale: la sanità forlivese costa 1.905 euro pro-capite, contro la media regionale di 1.742 euro ("Questo dimostra le maggiori difficoltà delle aziende piccole rispetto a quelle grandi", rileva la direttrice Ausl). In soldoni, si spende 220 euro in più per ogni ultra-75enne in assistenza degli anziani e 53 euro in più a cittadino per la specialistica ambulatoriale. Attualmente il sistema sanitario ospedaliero conta 876 posti letto compreso l'Irst, con un tasso di ospedalizzazione previsto in calo del 5,1% rispetto alla media regionale dello 0,8%.
Il Pal, il piano sanitario locale, contiene quindi i propositi di razionalizzazione per il futuro, tuttavia ancora con molti punti interrogativi sugli aspetti più sensibile. La strategia è curare sempre di più sul territorio, sviluppando i nuclei di cura primaria, le case della salute, l'assistenza domiciliare in particolare per i pazienti psichiatrici e la telemedicina. Altro capitolo è l' "integrazione ospedale-territorio". Sono le Case della Salute, in particolare, a rivestire un ruolo centrale per l'assistenza socio-sanitaria.
I nodi maggiori, in definitiva non ancora chiariti dalla programmazione sanitaria, restano l'ospedale di Forlimpopoli, per il quale si prospetta la trasformazione in Casa della Salute, trovandosi a una decina di chilometri da due grandi ospedali, Forlì e Cesena. Tuttavia, precisa la relazione della direttrice Petropulacos, resteranno nella cittadina artusiana l'hospice e il punto di primo intervento. Punto interrogativo sui posti letto. Per Modigliana il problema è speculare: qui si trova l'unica esperienza di country-hospital della Regione, una tipologia destinata alla soppressione. Anche in questo caso si prospetta la Casa della Salute.
Si procede, intanto, allo studio su come integrare le due Ausl di Forlì e Cesena: oltre alle sinergie amministrative sul tappeto ci sono le integrazioni per chirurgia toracica, malattie infettive, radiologia interventistica, centrale di sterilizzazione e centrale trasporti secondari. E infine l'Irst, l'Istituto di cura e di ricerca sui tumori di Meldola: "Abbiamo aperto una riflessione su come ottenere una maggiore integrazione di Area Vasta".