Forlì, referendum. Le reazioni, Pd: "L'Italia vuole cambiare". Il PdL: "Ora escano da Hera"
Forlì, referendum. Le reazioni, Pd: "L'Italia vuole cambiare". Il PdL: "Ora escano da Hera"
FORLI' - Pioggia di reazioni per la vittoria schiacciante dei sì, che, uniti al raggiungimento del quorum, fanno tramontare alcuni assi della politiche del governo Berlusconi, in particolare il ritorno all'energia nucleare. Si smantella anche il sistema di progressiva privatizzazione della gestione dell'acqua pubblica, mentre viene abrogato il legittimo impedimento, la legge che permette al premier e ai ministri di rimandare le udienze penali per gli impegni di governo.
Queste le reazioni a Forlì. Così Marco Di Maio, segretario del Pd forlivese: "Il referendum ha dato un segnale inequivocabile: l'Italia vuole cambiare, il vento che aveva cominciato a soffiare dopo le elezioni amministrative si è rafforzato con l'affluenza alle urne ben superiore alle previsioni della vigilia. Il Partito Democratico si è impegnato in prima linea per arrivare a questo risultato, assieme ai comitati referendari e a tantissimi cittadini comuni, che credono nella partecipazione e nel voto come massima espressione della democrazia. Straordinario il risultato di Forlì, che con un'affluenza superiore alla media nazionale, ha dato un contributo fondamentale al raggiungimento di questo obiettivo".
E ancora Di Maio: "I tentativi di sottacere l'appuntamento referendario, addirittura di aggirare i quesiti con leggi ad hoc, gli inviti a non votare, effettuati in primo luogo dal presidente del consiglio e anche da molti autorevoli rappresentanti della destra locale, non hanno sortito alcun effetto. Anzi, forse hanno prodotto l'effetto contrario. Di questo occorre prendere atto. E questa vittoria è anche la vittoria della Rete, di internet, delle relazioni personali, del passa parola: di un modo di fare politica attiva, che è partita dal basso ed ha coinvolto, grazie anche al web, milioni di cittadini".
Sul fronte opposto interviene Luca Bartolini (Pdl): "Ora i compagni mantengano le promesse: la gestione dell'acqua non rimanga ad Hera". Bartolini si lamenta che "Con chiaro e ricorrente stile denigratorio come nessuno meglio dei comunisti sa fare, in molti comuni del comprensorio forlivese sono stati affissi dei manifesti denigratori contro di me per la sua personale posizione sul Referendum. Nei manifestini affissi è ripreso un mio manifesto relativo alla campagna elettorale per le regionali del 2010, quello dell'ormai celebre slogan "Hera meglio quando non c'Hera".
Dice Bartolini: "Il risultato era prevedibile: il quorum è stato raggiunto e ovviamente hanno vinto i sì. Ebbene, questo referendum così fortemente strumentalizzato dalla sinistra in chiave anti berlusconiana e trainato dagli anti nuclearisti dopo ciò che è successo in Giappone, non porterà a nulla di buono al nostro Paese. Ed ora che ha vinto il sì mi aspetto che tutti i Comuni escano da Hera, proprio come hanno promesso durante la campagna referendaria i comunisti di Rifondazione, il Pd, l'Idv, i Verdi... Se i Comuni, invece, come penso accada, resteranno ben attaccati a Hera per input del PD nazionale che ne indica i vertici, sarà evidente per tutti che ai compagni non interessava un fico secco dei quesiti referendari".
Così Thomas Casadei, consigliere Pd: "Come ha sottolineato, tra gli altri, Irene Tinagli nella sua acuta analisi pubblicata su "La Stampa" i cittadini vogliono ricominciare a contare, stanchi di essere disillusi e bistrattati da una classe politica al governo che, anche grazie ad una pessima legge elettorale, si è sempre più allontanata dal suo elettorato, troppo presa a rincorrere i propri interessi personali e le strategie studiate a tavolino. Il risultato di questo referendum ha un forte valore politico sia per i temi trattati sia per il fatto che sono state bocciate leggi fortemente volute e approvate di recente dal governo Berlusconi, nonché tentativi indegni di non far esprimere la libera volontà dei cittadini".
Canta Vittoria anche Liana Angelini, coordinatrice del comitato del sì contro il nucleare: "A Forlì, il primo incontro del Comitato nascente si è tenuto alcuni giorni prima di Fukushima, nessuno di noi aveva ancora sentito pronunciare quel nome. Poi l'incidente, ed eccoci subito accusati di emotività. Un po' come dire che la dimostrazione del teorema di Pitagora possa influire sulla già ben collaudata formula. Dopo Fukushima, è stato fatto di tutto per affossare i referendum, utilizzando il quesito sul nucleare: gli inviti a non considerare troppo l'accaduto, la moratoria di un anno, l'emendamento al decreto omnibus, il pronunciamento della Cassazione, la Corte Costituzionale. Non abbiamo potuto votare in contemporanea con le amministrative o con i ballottaggi, grazie all'ennesimo e costosissimo tentativo compiuto dal Governo per invalidare la consultazione, ma nemmeno questo è bastato a fermare l'onda del cambiamento, anzi forse l'ha preparato, rafforzato".
Infine, l'Italia dei Valori. Da Giancarlo Biserna, vice-sindaco di Forlì arriva "per i referendum un grazie ai 6000 forlivesi che lo scorso anno hanno firmato: grazie a loro se siamo qui oggi , grazie a noi tutti per l' impegno messo in questa fondamentale iniziativa politica. Vittoria! Quel cammino che cominciammo in pochi lo scorso anno - e che ora ha visto aggiungersi milioni di amici - è arrivato alla meta. Una nuova politica più attenta al reale, alle esigenze vere della gente, alla semplicità può trovare forza da questi quattro SI." Ed infine: "Ha vinto la partecipazione" con queste parole Tommaso Montebello commenta la vittoria ai del SI ai referendum. "Ringrazio a nome di tutta Italia dei Valori quel 64,52% di cittadini della Provincia di Forlì-Cesena che si è recata alle urne. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che un anno fa hanno partecipato alla raccolta firme dando così la possibilità ai cittadini di esprimersi".