Forlì, un incontro sull'educazione a "rispettare la vita"
Forlì, un incontro sull'educazione a "rispettare la vita"
Il Movimento per la Vita (MpV) di Forlì, il Centro di aiuto alla vita (CAV) di Forlì, l'Associazione medici cattolici (AMCI) di Forlì-Bertinoro e l'Associazione Medicina & Persona di Forlì, organizzano presso la Sala Santa Caterina in Forlì Via Romanello un incontro pubblico in programma venerdì 25 febbraio a partire dalle ore 20.45 sul tema "Educati a rispettare la vita".
Sottotitolo ancora più intrigante: "... dal giuramento di Ippocrate all'alleanza terapeutica, una responsabilità per tutti". Interverranno Lucio Romano (Ginecologo, Università "Federico II" Napoli;copresidente nazionale Ass.ne Scienza & Vita) e Paolo Marchionni (Medico legale, ASUR Marche Zona 1Pesaro; Vice Pres. Comitato Etico Area Vasta Romagna).
I promotori dell'iniziativa, traggono spunto dalla recente celebrazione della "Giornata per la Vita" e della "Giornata del Malato", annualmente indette dalla Conferenza Episcopale Italiana, e dal diffuso dibattito sulla cosiddetta "emergenza educativa", per "comprendere se l'educazione riguardi un ristretto gruppo di addetti ai lavori oppure coinvolga indistintamente tutti i componenti della famiglia umana".
"Basta considerare nell'esperienza di ciascuno l'emergere del bisogno stesso di educare ed essere educati - fa notare Andrea Taddeo, referente del Movimento per la Vita di Forlì -, per intuire che la sua natura profonda non troverebbe alcuna risposta in una prospettiva meccanicistica, che riducesse il fenomeno educativo ad un prodotto di studiata tecnica, ed ancor peggio in una logica relativistica, che attribuisse valenza educativa indifferentemente a qualsiasi contenuto".
"In fondo l'esperienza ci fa riconoscere che l'educazione è essenzialmente un fatto relazionale, di cui le persone sono il soggetto protagonista, mentre la comunicazione e realizzazione dell'umano sono allo stesso tempo oggetto e fine - dice Taddeo -. Il vero punto nodale è dunque la possibilità di uno sguardo comune sull'esistenza umana, senza il quale non ci sarebbe alcuna relazione interpersonale, quindi neppure la relazione educativa".
"Potrebbero essere i "valori" ad accomunare il nostro sguardo, lo sguardo di tutti, come ad esempio è accaduto con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ma proprio l'astrazione ne ha inaridito la fecondità - prosegue Taddeo -, separando la proclamazione del "principio" dalla sua sperimentabilità, che ci fa usare normalmente l'etica a mo' di una clava per colpire gli altri e ci impedisce di considerare la nostra naturale propensione all'errore un'occasione nel cammino di cambiamento personale, come se la similitudine evangelica della pagliuzza e della trave non ci avesse insegnato niente".
"Si comincia così a non avere più un'esperienza comune degli stessi "valori non negoziabili" e si finisce addirittura per sterilizzarli nella babele delle opinioni o nello scandalo dell'incoerenza, propria e altrui - è la tesi di Taddeo -. Invece, di fronte ai grandi o piccoli problemi della vita, la possibilità di una risposta non dipende da un "discorso" o da una "teoria", ma da un percorso praticabile, in cui i desideri e le domande che accomunano ogni persona, anzicchè essere strumentalizzati o censurati, trovano altre persone a condividerli".
"La condizione umana di fragilità è forse il contesto più propizio per verificare ad esempio se esista fra medico (o altro operatore della sanità) e paziente la possibilità di uno sguardo comune sull'esistenza umana - osserva il presidente del Movimento -; se sia ipotizzabile fra loro una relazione educativa e con quali caratteristiche; quali valori di riferimento li determinino e quale evoluzione ci sia stata nel loro rapporto; se la malattia e la cura siano il terreno di uno scontro di potere fra volontà confliggenti, piuttosto che l'opportunità di un dialogo fra persone di fronte al proprio destino".
"In un tempo, come quello attuale, in cui persiste sulle frontiere estreme dell'inizio e del fine vita la medesima minaccia alla dignità della persona umana, mascherata con il mito dell'autodeterminazione o con un cinico pietismo - conclude Taddeo -, interrogarsi e riflettere attraverso testimonianze autorevoli sull'essere educati a rispettare la vita, .... dal giuramento di Ippocrate ... all'alleanza terapeutica, non è soltanto una curiosità per operatori sanitari, ma una responsabilità che riguarda tutti".