L'assessore: "Veline universitarie, il senato accademico rema contro la Romagna"
L'assessore: "Veline universitarie, il senato accademico rema contro la Romagna"
RAVENNA - Sembra chiudersi la vicenda della pubblicità dell'università con le "veline". "D'ora in poi prima di approvare qualunque manifesto, lo sottoporro' all'assessore alle Pari opportunita'" dice il vicesindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi. Si conclude cosi' la vicenda: venerdì le super-eroine spariranno dai poster dello scandalo, soppiantate da un piu'' sobrio elenco dell'offerta scientifica del polo romagnolo.
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Il vicesindaco, che nel Consiglio dell'Alma Mater rappresenta la voce della Romagna, si sente in dovere di riferire all'aula. Nessuna marcia indietro. "Non e' stato un "errore", afferma di nuovo, a decidere la campagna "eravamo in sedici, di cui tre donne, e a nessuno e' venuto il dubbio che fosse offensiva. Credevamo solo di dare una rappresentazione fumettistica delle facolta' romagnole, che per la prima volta si promuovevano insieme".
Tutte le proteste sono "legittime", ribadisce Mingozzi, ma "attenzione- mette in guardia- dal dare una mano a chi in Senato accademico rema contro la Romagna", visto che da' fastidio che "cresca e abbia risultati che sono sotto gli occhi di tutti", raccogliendo ormai un terzo degli iscritti dell'ateneo felsineo
D'altronde, ragiona un po' cinicamente Andrea Bassi, che prima di fare il consigliere del Pd era
presidente della fondazione Flaminia, con due lire si e' fatta una campagna che ha portato l'universita' romagnola sulle primissime pagine dei due principali quotidiani nazionali. Ha pure provocato la reazione di Oliviero Toscani ("di solito ci vogliono 6 mesi per trovarlo"), "l'equivalente di 55 mila euro", calcola.
Per Valentina Morigi, presidente vendoliana della commissione Pari opportunita', che pure ringrazia Mingozzi per aver accettato il confronto con l'aula ribadisce che quella pubblicita' e' sbagliata. L'universita', semplicemente non forma "oggetti sessuali ma pedagogiste, psicologhe, professioniste".
Per molti altri consiglieri, da Roberta Romboli (Pd) a Maurizio Bucci (Fi-Pdl), lo e' anche solo dal punto di vista del marketing ("Se non era per le proteste- e' il ritornello che circola- non mi sarei accorto di quella pubblicita'"). Federico Fronzoni (Lpr) condivide le critiche ma si riserva di giudicare i risultati al momento di contare i nuovi iscritti", mentre Alberto Fussi (Pri), invita a ridimensionare tutta la vicenda. Chiude il caso il vicesindaco, suggellando con un sorriso il suo impegno: "D'ora in poi, prima di dire si' a un manifesto, lo faro' prima vedere all'assessore Piaia".