La rivelazione: "Mussolini era una spia degli inglesi"
La rivelazione: "Mussolini era una spia degli inglesi"
Benito Mussolini era una spia dei servizi segreti inglesi. E' questa l'ultima e clamorosa rivelazione di uno storico inglese, Peter Martland, pubblicata sulla prima pagina del prestigioso quotidiano "The Guardian", sulla vita del Duce. Tutto cominciò nel 1917, quando l'allora giornalista 34enne, cominciò (secondo la tesi) a ricevere un assegno settimanale di 100 sterline a settimana (pari a 6mila di oggi) per la campagna stampa interventista alla vigilia della Prima guerra mondiale.
L'MI5 (l'agenzia dell'intelligence di Sua Maestà) secondo il ‘Guardian' "non solo voleva assicurare che l'Italia continuasse a combattere a fianco degli alleati nella prima guerra mondiale, pubblicando propaganda sul suo giornale. Era anche disposto a spedire i suoi ragazzi a "persuadere" i dimostranti per la pace a stare a casa".
In quell'epoca l'Italia era l'alleato meno affidabile per la Gran Bretagna e così si cercò di trovare nel futuro dittatore di Predappio una sponda per scongiurare che le fabbriche milanesi potessero fermarmi per scioperi pacifisti. Mussolini avrebbe rispondo mandando veterani di guerra a picchiare i pacifisti a Milano, una sorta di prova generale delle spedizioni delle sue camicie nere.
Il compito che sarebbe stato affidato a Mussolini non sarebbe stato solo organizzativo, ma anche di ‘comunicazione': infatti dalle colonne del quotidiano "Il Popolo d'Italia" il Duce avrebbe dovuto sostenere la tesi interventista. Ad affidare l'incarico a Mussolini sarebbe stato Sir Samuel Hoare, parlamentare e uomo dell'MI5 a Roma, che gestiva nel nostro paese un centinaio di uomini dello spionaggio britannico.
I presunti legami tra Mussolini e la Gran Bretagna riaffiorano in una chiave inedita, dopo il carteggio tra il dittatore italiano e il premier inglese Winston Churchill che da molti storici viene indicato come uno dei misteri nella storia della fine del fascismo o come un tentativo di trattare una pace separata con gli inglesi.
Secondo altri storici il carteggio venne prelevato da misteriosi agenti inglesi negli ultimi giorni di vita del Duce (quando venne prima catturato e poi ucciso sulle rive del Lago di Como) per evitare lo scoppio di uno scandalo internazionale ai danni del premier inglese Churchill; c'è invece chi sostiene che quel carteggio finì in mani italiane e venne utilizzato da Alcide De Gasperi come arma di ricatto per trattare una condizione più ‘morbida' per l'Italia nei negoziati di pace con gli inglesi.