Mauro Pasolini confermato alla presidenza di Legacoop Forlì-Cesena
Mauro Pasolini confermato alla presidenza di Legacoop Forlì-Cesena
Mauro Pasolini, presidente di Conscoop è stato confermato alla guida di Legacoop Forlì-Cesena. È in carica dal 2002 ed è al terzo mandato. Mario Tamanti (Apofruit Italia) è stato eletto vicepresidente insieme ad Elena Grilli (CAD). Questi i risultati del XXIII Congresso di Legacoop Forlì-Cesena, svolto venerdì al palazzo del Turismo di Cesenatico, alla presenza dei delegati delle 233 imprese associate e di numerose autorità. Pasolini nel suo intervento ha toccato tutte le principali questioni locali e nazionali.
Legacoop si è presentata all'appuntamento quadriennale per il rinnovo delle cariche con alle spalle un quadriennio a due velocità: la prima parte con le marce innestate del consolidamento e della crescita, la seconda con il freno tirato di una crisi economica strutturale.
Nonostante ciò le cooperative hanno difeso l'occupazione, a scapito delle marginalità: i lavoratori delle 233 imprese associate, che nel 2007 erano poco più di 11.300, nel 2010 sfiorano le 12.500 unità (+10,5%), ma gli utili sono calati del 15,5%. Il valore della produzione è stabile attorno a quota 2,4 miliardi di euro, mentre i soci sono 110 mila.
«Non possiamo nasconderci - ha detto Pasolini all'assemblea congressuale, che se è vero che non fuggiamo e che sappiamo reagire mettendo in gioco patrimoni e risorse è altrettanto vero che il costo che stiamo pagando è più alto e la nostra tenuta è realmente a rischio. È questo il momento per la politica di ridefinire senza indugi gli equilibri di questa regione». E alle altre centrali cooperative, che a livello nazionale si sono già unite con Legacoop nell'Alleanza Cooperativa Italiana, ha lanciato un messaggio: «Il percorso per superare le nostre divisioni finalmente è iniziato ed è irreversibile. Noi dobbiamo renderlo semplice e veloce».
A livello locale il progetto è di: «valorizzare le opportunità ambientali dell'intero territorio provinciale dandogli una dimensione urbana», coniugando il patrimonio esistente, «uno dei più rilevanti d'Italia costruito in cinquant'anni di buone politiche», in un unico progetto che coinvolga l'intera area romagnola. E sulla questione "Romagna" Pasolini ha invitato a superare le sterili dispute di confine. «Si potrà aprire un confronto interregionale fra i due territori, perché di due territori si tratta, solo se la questione Romagna sarà sviluppata con l'impegno di definire un progetto comune di riorganizzazione sociale che corrisponda alle esigenze dell'insieme e non delle singole realtà».
Per superare il rischio del declino e non perdere definitivamente il confronto con la globalizzazione, Pasolini ha rigettato l'idea dei dazi. La parola chiave è "sussidiarietà", cioè «dare vita a un modello sociale e a un sistema economico che permettano al privato di ereditare il ruolo sin qui svolto dal pubblico». Il presidente di Legacoop ha rivendicato il ruolo svolto dalle piccole e medie imprese radicate nel territorio. «Senza le protezioni, i vantaggi e il protagonismo mediatico della grande industria non minacciano migrazioni e sono da sempre la vera forza e la vera fonte di ricchezza, anche sociale, del nostro Paese. Il mondo cooperativo rappresenta 43.000 imprese, 12 milioni di soci, oltre un milione di occupati e 127 miliardi di fatturato. Qualche cosa in più della FIAT. Sarebbe interessante calcolare quanto è costato allo Stato questo sistema rispetto a quanto ci è costata sin qui la sola FIAT».
Durante il Congresso hanno preso la parola il Sindaco di Cesenatico Nivardo Panzavolta, il presidente della Provincia Massimo Bulbi, i Sindaci di Forlì e Cesena, Roberto Balzani e Paolo Lucchi e il presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi. Le conclusioni sono state affidate al presidente di Legacoop nazionale, Giuliano Poletti.