Montescudo, crocifissi 'rimossi' dalle aule della scuola. La Diocesi: ''Perchè?''
Montescudo, crocifissi 'rimossi' dalle aule della scuola. La Diocesi: ''Perchè?''
RIMINI - E' polemica sulla decisione di rimuovere il crocifisso dalle aule di una scuola elementare di Montescudo. "Da dove è nata la decisione di rimuovere il cartoncino raffigurante il celebre Crocifisso di San Damiano (definito in maniera offensiva "un feticcio", "inopportuno e sgradevole") da due aule scolastiche della Scuola primaria di Montescudo, e soprattutto perché?", si interroga in una lettera don Luigi Ricci, Vicario Generale della diocesi di Rimini.
"Tale cartoncino - continua don Luigi Ricci - era a ricordo della tradizionale benedizione pasquale, gesto organizzato dal Dirigente scolastico al termine delle lezioni, in accordo con lo stesso parroco e secondo quanto stabilito dal Consiglio d'Istituto, gesto estremamente gradito sia dai bambini e dai ragazzi sia dalle loro famiglie, come attesta l'alta partecipazione allo stesso".
"È bastata la protesta di un genitore al Dirigente scolastico, a far rimuovere il cartoncino del Crocifisso (legato alla storia di San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia) dalle due aule, nelle quali era affisso insieme ad altri lavori e ricordi degli alunni elaborati nel corso dell'anno scolastico - ha aggiunto il Vicario Generale -. La Comunità parrocchiale, con la lettera del parroco (don Roberto Battaglia, ndr), ha chiaramente evidenziato che la decisione di rimuovere il cartoncino raffigurante il Crocifisso di San Damiano da due aule scolastiche è impropria".
Continua don Luigi Ricci: "è stato posto infatti evidenza come, seguendo i criteri utilizzati nella lettera di protesta accolta dal Dirigente Scolastico, qualsiasi lavoro didattico riguardante le diverse materie scolastiche - storia, arte, letteratura, scienze, religione, ecc. - in cui sia presente un riferimento a Gesù Cristo o al cristianesimo dovrebbe essere espulso dalla scuola".
"In realtà autentica laicità non è l'azzeramento di ogni valore e di ogni segno - ha evidenziato il sacerdote -, ma la capacità di dialogo e di rispetto delle differenti posizioni, specie quando esse sono espressione di una esperienza che coinvolge la maggioranza delle persone. Lo ribadiva anche la Sentenza della Corte Costituzionale n. 203 del 12 aprile 1989: "Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale".
"Una scuola autenticamente laica e libera, dunque, non solo non può censurare una esperienza - quella cristiana - che è all'origine della storia e della cultura italiana ed europea, ma non è neppure possibile educare senza offrire un'ipotesi di significato per l'esistenza, questione sempre più urgente e decisiva nel contesto dell'emergenza educativa che caratterizza la società contemporanea. Ci auguriamo che a questa sfida nessuno voglia e intenda sottrarsi", conclude il Vicario Generale.