Provincia unica, Balzani ci riprova: "Semplificare la rete amministrativa"
Provincia unica, Balzani ci riprova: "Semplificare la rete amministrativa"
FORLI' - Un'unica provincia Forlì-Cesena-Ravenna-Rimini, "perché no?". Il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, torna sull'argomento che tante polemiche ha suscitato nei mesi scorsi quando il primo cittadino di Forlì lanciò l'idea della provincia unica. Molti furono i giudizi, e la gran parte di essi furono per il ‘no'. Ma Balzani ora ci riprova: "Il paese è chiaramente sull'orlo di una paurosa crisi finanziaria, e i tagli agli enti locali proseguiranno: è giunto il momento di allocare meglio le poche risorse che ci sono"
"I tagli proseguiranno - continua il primo cittadino di Forlì - perché sono i più facili da realizzare per chiunque detenga la guida del governo. Fra non molto, la quota che spenderemo per gli stipendi salirà ad un livello intollerabile, perché - in presenza di ulteriori, prevedibili, consistenti decurtazioni alla parte corrente - aumenterà vertiginosamente l'incidenza del personale. A quel punto, i cittadini ci diranno: "a che servono i comuni, le province e le regioni? A pagare chi ci lavora e basta? E i servizi? E quello che dovreste restituire a noi, direttamente o indirettamente?".
"Ora, poiché personalmente non intendo finire a coda di topo e me ne infischio dei posti, delle poltrone e delle poltroncine che salteranno, compresa la mia (quelli che in genere interessano ai partiti, per intenderci), l'idea è molto semplice: ricostruire dal basso, semplificandola, la rete amministrativa per: a) rendere più rapide e chiare le decisioni che servono al territorio nell'interesse del tessuto produttivo e della gente comune; b) allocare meglio le poche risorse che ci sono; c) tagliare ancora i costi di una politica che - così com'è - non pare assolutamente all'altezza di governare il paese in questa fase d'emergenza".
"Credo, inoltre - prosegue il sindaco forlivese - che una maggioranza politica degna di questo nome dovrebbe presentarsi in Parlamento e presentare due semplici leggi, tanto per cominciare: a) una riforma della Costituzione che tagli del 50% il numero dei deputati e dei senatori (si può fare. Lo abbiamo già fatto per far rientrare quei simpaticoni dei Savoia in Italia), da approvare subito, tenuto conto dei tempi della doppia lettura; b) l'adeguamento dello stipendio di deputati e senatori alla media dei parlamentari europei, a far data dal 1° gennaio dell'anno successivo all'entrata in vigore della legge medesima, con abolizione contestuale e immediata del vitalizio".
"E' poco? Sicuramente. Ma noi abbiamo bisogno di gente credibile. Abbiamo bisogno di persone che dimostrino nei fatti che sono pronti a pagare per guidare l'Italia nella tormenta. A livello nazionale e a livello locale. Per questo - sul tema delle fusioni - annuncio fin d'ora che, alla ripresa di settembre organizzerò un apposito, trasversale movimento d'opinione dal basso. Così vedremo chi chiacchiera e chi fa" conclude Balzani.