Ravenna: anche Confindustria contro la delocalizzazione che distrugge i distretti
Ravenna: anche Confindustria contro la delocalizzazione che distrugge i distretti
RAVENNA - A gridare allo scandalo della delocalizzazione selvaggia non c'e' piu' solo la voce isolata di qualche sindacato: anche Confindustria se la prende ora con le "imprese capofila" che abbandonano i "terzisti" al loro destino. "Queste grandi imprese a volte sono utili a far esplodere un distretto. Ma altre volte sembra che i terzisti esistano perche' le capofila scarichino i loro rischi su di loro", tuona Giovanni Tampieri, presidente di Confindustria Ravenna
Intervenendo al convegno organizzato a Casa Melandri da Federmanager sull'evoluzione "dai distretti industriali alle filiere produttive", Tampieri disapprova le aziende capofila che trasferiscono la produzione altrove, "aprendo un'impresa commerciale nel distretto che lasciano, trasformandolo cosi' in una succursale" di un'attivita' che ha radici all'estero.
Nel ravennate, dove il manufatturiero rappresenta un terzo delle imprese e "le ditte di movimento terra del faentino sono tutte ferme", il problema e' particolarmente sentito. Tanto che nella sua invettiva, Tampieri sperimenta un'inedita alleanza con il segretario della Cisl, Giorgio Graziani. Il sindacalista ricorda il caso Omsa, l'industria faentina delle calze che ha spostato la sua produzione in Serbia: "Quando si sente che qui hanno chiuso imprese terziste che impiegavano 150 lavoratori e la' ne apre una che ne occupa mille- dice Graziani- qualche dubbio viene".