Riviera, bagnini sul piede di guerra: "sarà una stagione di fuoco"
Riviera, bagnini sul piede di guerra: "sarà una stagione di fuoco"
RAVENNA - "Sarà una stagione di fuoco - e non stiamo parlando di condizioni metereologiche - quella che la prossima estate attende gli operatori balneari e i frequentatori delle spiagge italiane". Questa la lapidaria affermazione del Presidente SIB Confcommercio Ravenna, Graziano Parenti. Il numero uno dei balneari non esita a minacciare decise azioni di protesta da parte degli operatori della spiaggia contro la Direttiva europea e l'inerzia del Governo. In pericolo non solo l'immagine dell'Italia, ma migliaia di posti di lavoro.
"I balneari - continua Parenti - minacciano decise azioni di protesta, tra le quali, se necessario, una raccolta di firme per l'uscita del nostro Paese dalla Comunità Europea, non solo per le giuste e sacrosante rivendicazioni della categoria, ma per la serie di politiche comunitarie nell'ultimo decennio. Occorre assolutamente che in tempi brevi, venga studiata una soluzione ai gravi problemi che riguardano la categoria, primo fra tutti la messa all'asta delle concessioni demaniali turistico-ricreative, alla quale, dal 1° gennaio 2016 saranno sottoposte tutte le oltre 30.000 imprese balneari italiane".
La categoria chiede e pretende dal Governo maggiore considerazione e un'attenta difesa nei percorsi Comunitari che potrebbero insidiare e penalizzare l'intera economia del Paese, oltre che le imprese turistiche.
"Tra i 27 Paesi Comunitari, in 4 è adottato il sistema del demanio marittimo turistico - spiega Parenti -, ma solamente l'Italia lo ha considerato in maniera estesa con un sistema di ricettività qualificata; negli altri 23 Paesi, sono in vigore regole diverse e non confrontabili con la nostra. Oggi, questa realtà non può e non deve essere più disattesa e sottaciuta dal Governo e, ai vari livelli, dai nostri Parlamentari".
"Il rischio concreto - dice Parenti - è che organizzazioni ad indirizzo solamente speculativo e, soprattutto, associazioni malavitose con grandi capitali di dubbia provenienza, possano prevalere sugli attuali concessionari che da decenni qualificano e valorizzano i litorali, contribuendo in maniera significativa al successo del "modello italiano" di vacanza al mare (oltre il 60% del nostro prodotto turistico, che resta unico ed esclusivo in Europa e nel mondo). E' bene, inoltre, che gli utenti fruitori delle nostre spiagge, sappiano che tali associazioni speculative e di malaffare, introdurranno criteri di gestione monopolistica, tali da portare, tra gli altri aspetti, ad aumenti di tariffe sconsiderati".
Si tratta di un vero e proprio grido d'allarme lanciato da SIB-Confcommercio, a tutela di un comparto essenziale per l'offerta turistica italiana. "Abbiamo infatti la netta sensazione - continua Parenti - che non vi sia consapevolezza della drammatica realtà nella quale si trovano a vivere le imprese balneari e di quali potrebbero essere le ripercussioni sull'occupazione e sull'offerta dei servizi. Sono in serio pericolo, non solo il futuro di 30.000 imprese, 400.000 addetti diretti che, con l'indotto, arrivano ad oltre un milione, ma soprattutto l'immagine stessa del nostro turismo".
"Siamo estremamente delusi - dice Parenti - poiché nel Decreto Milleproroghe approvato recentemente dal Senato ed ora al vaglio della Camera, non è stato inserito alcun provvedimento in tal senso. Chiediamo con forza e decisione che il Governo e i Parlamentari Europei, amplino e supportino la "bozza d'intesa" predisposta dal Ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto sulla nuova disciplina delle concessioni demaniali marittime ad uso ricreativo".