Sapro, Di Maio (PD) ne ha per tutti: "Vergognoso dare la colpa a chi è senza responsabilità"
Sapro, Di Maio (PD) ne ha per tutti: "Vergognoso dare la colpa a chi è senza responsabilità"
FORLI' - Il fallimento di Sapro ha fatto finire nell'occhio del ciclone il segretario territoriale del PD di Forlì, Marco Di Maio, attaccato in particolar modo dall'opposizione e nella fattispecie da Luca Bartolini (PdL) e Jacopo Morrone (Lega Nord). Di Maio ne ha per tutti: "È vergognoso tentare di legare il nome di persone che non hanno alcuna responsabilità con quello che è avvenuto nell'inchiesta in corso. Non ho né padri, né padrini: faccio politica per passione e non per mestiere".
"Ed è disonesto e altrettanto vergognoso - continua il giovane segretario del PD - tentare di dimostrare che chi oggi guida con passione e impegno disinteressato un partito per contribuire a costruire il futuro della nostra comunità lo faccia perché "guidato" da forze oscure, dando di Forlì l'immagine assurda di una città in mano a qualche pericoloso gangster".
Di Maio inizia con la replica a Luca Bartolini, consigliere regionale del PdL: "Capisco l'agitazione del colonnello berlusconiano Luca Bartolini di fronte alle clamorose difficoltà della destra, che giace sull'orlo del baratro, ma alzare il polverone a Forlì per nascondere quello che sta avvenendo a Roma è un gioco che dura poco e fa sorridere. Lo stesso atteggiamento viene assunto dalla Lega Nord".
"Chi si trova ai vertici delle istituzioni e del Partito Democratico a Forlì - ci tiene a precisare Marco Di Maio - non rappresenta nessun sistema di potere, ma prima di tutto migliaia di cittadini che sono stanchi di assistere alle bugie e alle grida della destra e che vogliono cambiare le cose che non funzionano. Non ci sono padri né padrini, non c'è nessun debito di riconoscenza da pagare. Io, noi, questa nuova classe dirigente forlivese può dirlo, altri partiti forse no. Si fa politica per passione e non per mestiere, non per interesse personale. Mi rendo conto che è un concetto sconvolgente per chi è abituato a urlare, ma se ne faranno una ragione".
"C'è solo un obiettivo, che purtroppo non è condiviso dalla destra: lavorare per il futuro del territorio e per cambiare le cose che non funzionano. Mi piacerebbe che facessero altrettanto anche coloro che sono impegnati in altri schieramenti, ma vedo (purtroppo) che non è così. Perché non ci si preoccupa del danno enorme che ora subirà l'economia forlivese a seguito del fallimento di Sapro? Questo è quello che ci preoccupa, non le responsabilità individuali, che saranno chiarite in altre sedi, e non abbiamo alcun timore che ciò avvenga".
Pure Jacopo Morrone, che aveva parlato di ‘politica fatta solamente di comunicati stampa' non viene risparmiato da Di Maio. Pronta infatti la replica al segretario provinciale della Lega Nord: "La politica fatta di soli comunicati stampa è quella di chi grida costantemente senza mai offrire una soluzione o una proposta concreta per la città e il territorio, sparando bugie e mistificazioni senza senso. Un esempio l'abbiamo avuto con la frana di Corniolo, i cui finanziamenti annunciati e sbandierati con altisonanti comunicati stampa e dichiarazioni ancora oggi mancano dalle casse in cui dovevano arrivare. Gli unici soldi arrivati a sostegno della grave situazione del Corniolo sono stati quelli della Regione Emilia-Romagna e di Romagna Acque".
"Il giorno in cui è nata Sapro, nel 1995, avevo 11 anni - ribadisce il giovane segretario del Partito Democratico - Quel giorno il PD era ben lontano dal nascere. Ho cominciato a fare politica attivamente nel 2008. Capisco sia difficile da accettare per la destra, ma il Partito Democratico (può piacere o non piacere) è un partito nuovo, con un'eredità che include al suo interno tante realizzazioni importanti ma anche delle storture. Dire questo non significa fare lo scaricabarile, è raccontare le cose come stanno. E questa non è certo la giustificazione per lavarsi le mani dei problemi che ci sono: siamo qui a lavorare per risolvere le storture, per dare risposte ai problemi. Ognuno, amministratori ed esponenti politici, nella propria autonomia. Questo significa senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni".
"Su Sapro - ammette ancora una volta Marco Di Maio, che ritenendosi ‘innocente' rifiuta l'idea del ‘mea culpa' - sono stati fatti errori, non vedo perché ci dovrebbero essere titubanze nel dirlo. L'errore fatale è stato commesso quando gli azionisti hanno fatto debordare la società della sua mission spingendo affinchè venissero effettuati investimenti nel settore residenziale, quando l'obiettivo della società era quello di occuparsi di insediamenti produttivi. Un indirizzo sbagliato che gli ultimi amministratori hanno fermato, quando forse era già troppo tardi. Lì risiedono le responsabilità politiche, in coloro i quali hanno permesso che queste operazioni fuori dalla mission aziendale venissero effettuate. Non si tratta certo di un "mea culpa" o di un'autocritica".
"Non sta certamente al Partito Democratico e tanto meno al sottoscritto fare i nomi di chi ha delle responsabilità legate a questa vicenda, così come ad altre. C'è un'inchiesta in corso e saranno altre le sedi in cui avverranno questi chiarimenti. Sarebbe utile che gli strilloni leghisti e pidiellini guardassero alle condizioni nelle quali stanno lasciando l'Italia e si preoccupassero dell'effetto che produrrà la Finanziaria sugli enti locali e sui cittadini, e meditassero sul fatto che persino l'Europa ha chiesto all'Italia di fare un'altra manovra, perché questa non va bene" conclude Marco Di Maio.