Benzina, ma quanto mi costi: paghiamo ancora tasse di ottant'anni fa
Perché il prezzo 'pulito' del carburante viene notevolmente inquinato (si parla di circa 0.50 euro/litro, Iva inclusa, come vedremo dopo) dalle tasse sulla benzina, le prime delle quali vennero istituite da Benito Mussolini addirittura nel 1935
E' un problema noto ma che, puntualmente, emerge ogni qualvolta il prezzo della benzina sale o scende in maniera sensibile. Il crollo del costo del barile di petrolio ha fatto diminuire notevolmente il costo di diesel e benzina, per la gioia delle tasche degli italiani che, negli ultimi tempi, sono state svuotate anche dei pochi centesimi rimasti. Stiamo parlando di quanto le tasse, alcune ormai di un secolo fa, vadano ad influire in maniera del tutto decisiva sul costo della benzina in Italia.
Facendo un elementare calcolo sarebbe facile immaginare (o sognare, che forse è il termine più corretto) che, ad una diminuzione del 50% del costo del petrolio al barile, dovrebbe corrispondere la diminuzione del 50% del prezzo della benzina. E così, se ad agosto 2014 la verde costava 1,700 euro al litro, adesso (gennaio 2015) dovrebbe costare circa 0.850 €/l.
Ma così non è. Perché il prezzo 'pulito' del carburante viene notevolmente inquinato (si parla di circa 0.50 euro/litro, Iva inclusa, come vedremo dopo) dalle tasse sulla benzina, le prime delle quali vennero istituite da Benito Mussolini addirittura nel 1935, per finanziare la guerra di Etiopia. In pratica, se vogliamo, stiamo ancora 'finanziando' una guerra finita ottant'anni fa.
Ecco quali sono le accise che paghiamo sulla benzina e quanto incidono sul prezzo finale:
0,000981 euro: finanziamento guerra d’Etiopia (1935-1936)
0,00723 euro: finanziamento per la crisi di Suez (1956)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
0,00516 euro: ricostruzione post alluvione di Firenze (1966)
0,00516 euro: ricostruzione post terremoto in Belice (1968)
0,0511 euro: ricostruzione post terremoto in Friuli del (1976)
0,0387 euro: ricostruzione post terremoto in Irpinia (1980)
0,106 euro: finanziamento per la guerra in Libano (1983)
0,0114 euro: finanziamento missione in Bosnia (1996)
0,02 euro: rinnovo del contratto per gli autoferrotranvieri (2004)
0,005 euro: acquisto di eco-autobus (2005)
0,0051 euro: ricostruzione post-terremoto dell’Aquila (2009)
0,0071: finanziamento alla cultura (2011)
0,04 euro: sostegno ad immigrati dopo la crisi libica (2011)
0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
0,082 euro: decreto “Salva Italia” (2011)
0,02 euro: terremoto dell’Emilia (2012)
Sommando tutte le accise e aggiungendo l'Iva del 22% (ebbene sì, paghiamo la tassa sulle tasse in questo caso...) otteniamo un incremento del prezzo del carburante di circa 0,5 €/litro. In poche parole, in assenza di tali accise (o parte di esse), il costo della benzina adesso potrebbe essere quantomeno inferiore ad 1 euro al litro: un miraggio per le nostre tasche.